
Sabato 5 agosto abbiamo inaugurato dopo la Messa Vespertina il nuovo concerto della torre campanaria e il nuovo castello. La spesa è stata importante ma per un po’ staremo tranquilli. Importante sarà curare la manutenzione costante.
Con l’estate si è ripresa, dopo la forzata chiusura dell’anno scorso a causa dei lavori, l’esperienza di due anni fa: tener aperta la chiesa-santuario della Madonna di Loreto almeno qualche giorno della settimana per permettere ai tanti pellegrini e turisti di entrarvi per una visita e una preghiera. Questo grazie a un gruppo di volontari che hanno offerto la loro disponibilità. Le impressioni di alcuni visitatori, scritte su un quaderno, sono pubblicate qui in altra pagina.
Sabato 12 agosto nell’ambito del programma di manifestazioni organizzate dalla Magnifica Comunità di Cadore e dalle tre Unioni Montane l’orchestra de ‘La Sorgente Classic Ensemble’ composta da musicisti locali e diretta dal M° Rodolfo De Rigo ha eseguito un Concerto nel pronao della stessa chiesa con brani celebri di diversi autori con il titolo: “Armonia di suoni cadorini sulle orme degli antichi percorsi romani”. Discreta la partecipazione all’evento in una mattinata radiosa, introdotto dai saluti del Parroco e del Sindaco. Peccato che gli ascoltatori più distanti, all’ombra della casetta, non siano riusciti a sentire le spiegazioni introduttive dei pezzi musicali.

L’estate è stata caratterizzata in luglio da alcune trombe d’aria che hanno colpito le zone della provincia già funestate dalla tempesta Vaia di qualche anno fa, con danni ai boschi, alle strade e anche agli edifici, abbattendo alberi e scoperchiando tetti e provocando frane, anche nel nostro paese. Per fortuna non si è ripetuto il disastro del Rio Rin del settembre di qualche anno fa.
All’inizio di agosto alla Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi a Lisbona hanno partecipato anche giovani della nostra Diocesi assieme al nostro Vescovo. Un bel gruppo di Valle, Venas e Cibiana con il loro Parroco Alessandro Coletti, Suor Marta Ronzani F. d. C. con il gruppo che sta seguendo e anche la nostra Giulia Da Pra con un gruppo di amici di Milano.
La Messa che tradizionalmente veniva celebrata nella chiesetta della Madonna a Pian dei Buoi l’ultima domenica di luglio ed è stata sospesa a causa della frana di Mizoi risvegliatasi in seguito agli acquazzoni di qualche giorno prima che ha determinato la chiusura della strada del Genio, è stata celebrata sabato 2 settembre; oltre al ricordo dei promotori vivi e defunti dell’opera e di tutti i caduti in guerra e in montagna, si è celebrata anche la giornata della cura e della custodia del Creato, istituita e fissata da Papa Francesco il 1° settembre di ogni anno. Inevitabilmente, per vari motivi, non numerosa la partecipazione ma non si voleva lasciar passare quest’anno senza una Messa in questa bella chiesa. Già da qualche anno ci manca l’appuntamento al nuovo crocifisso di Soramizoi con il ricordo di Egle Laguna e di tutti quelli che hanno lavorato per quest’opera.


La Festa del nostro Patrono, San Lorenzo, si è svolta con la solita solennità. Ha presieduto la S. Messa solenne il Vescovo emerito di Vicenza, Mons. Beniamino Pizziol, già parroco a Mestre e Vescovo ausiliare di Venezia. Incontrato un mese prima a Lorenzago per la Festa dei SS. Ermagora e Fortunato. Ora è a servizio pastorale di una parrocchia del Vicentino dove si è ritirato. Ci ha fatto una bella impressione, nella celebrazione, nell’omelia e nella conversazione amichevole, di un Pastore sereno e contento della sua vocazione.
Dopo gli anni della pandemia, in cui l’Unitalsi diocesana di Belluno-Feltre aveva sospeso i Pellegrinaggi a Lourdes, quest’anno nella prima decade di settembre si è svolto il 50° viaggio, non più in treno come per tanti anni, dal 1971, ma in pullman e in aereo. 170 pellegrini tra malati, medici, sorelle, barellieri, sacerdoti e sani, guidati dal Vescovo Renato che ha presieduto tutte le celebrazioni anche quelle nazionali e internazionali. Il parroco che ha iniziato l’appuntamento con la Madonna a Lourdes nel settembre 1973, si era aggregato in questi ultimi due anni all’Unitalsi dell’Emilia Romagna in uno dei Pellegrinaggi nazionali. Pensava di essere solo e invece a Lourdes ha trovato due pellegrini ospiti affezionati di Lozzo, Francesco e Raffaella, che avendo visto la locandina in chiesa si erano iscritti direttamente a Belluno ed erano arrivati con l’aereo. Il tema di quest’anno tutti i pellegrinaggi era l’invito di Maria a Bernardette: proseguendo quello dell’anno scorso ‘Vada a dire ai sacerdoti che si costruisca qui una cappella e che si venga in processione’. Ci hanno accompagnati anche la Presidente e l’Assistente regionali, Renata Stevan e Don Flavio Bertoldi, amico di una famiglia di Lozzo.
Durante tutta l’estate si sono visti proseguire e sentiti i lavori a Revis. Proseguendo il lavoro dei gradoni e aprendo un’ampia pista dove si trova ‘la riva de le vace’. Chissà come sarebbe contento Achille Da Pra (Chile Giazin) che quella strada che percorreva per fare la legna gli è stata sbarrata per sicurezza gli ultimi anni.


Tanti incontri, mostre, dibattiti, concerti, manifestazioni si sono tenuti durante i mesi estivi di cui si parla anche nella pagina della Biblioteca comunale, nella Sala Pellegrini, al Museo della Latteria, ai Mulini, al campetto ‘alle Astre’ e all’Auditorium Comunale. Citiamo dei due concerti all’auditorium, con un concorso di un pubblicato discretamente numeroso e competente, il secondo nella rassegna annuale degli organi storici del Cadore. Lunedì 21 agosto 2023 – ENSEMBLE INTARSIO ARMONICO – Giuseppe FALCIGLIA, oboe barocco e flauto dolce; Calogero CONTINO, tromba barocca; Isobel CORDONE ed Elisa FRANZINI, violini; Domenico SCICCHITANO, viola; Ludovico ARMELLINI, violoncello; Lisa MOROKO, clavicembalo.
Giovedì 5 ottobre, dopo una ventina di giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, gli alunni, gli insegnanti e alcune famiglie si sono ritrovati in chiesa parrocchiale per invocare l’aiuto del Signore e la luce dello Spirito Santo sul loro cammino di crescita umana con una S. Messa. Le preghiere e i gesti soprattutto alla presentazione dei doni hanno scandito i momenti importanti della celebrazione, preparata dagli insegnanti sotto la guida di quello di Religione. Non è uno spettacolo frequente vedere la nostra chiesa affollata da così tanti bambini e ragazzi.
In ottobre riprendono anche le attività pastorali ordinarie come il Catechismo. Fedeli e disponibili i catechisti e le catechiste, puntuali anche i bambini e i ragazzi agli incontri periodici. Una domanda sorge spontanea da un po’ di tempo: come mai con tutto l’impegno che ci mettono tante persone nel corso degli anni non si vedono molti risultati? Cosa sta mancando? Forse le famiglie sono poche coinvolte? Il catechismo è visto solo in funzione dei Sacramenti, specialmente quelli della 1^ Comunione (neanche dell’Eucaristia!) e della Cresima, qualche volta vissuti soltanto come eventi umani, di iniziazione sociale? Non possiamo rassegnarci dicendo: si è sempre fatto così!
Con questo mese tornano le due celebrazioni della Madonna del Rosario. La prima con la Messa propria della Madonna al mattino seguita dalla processione per l’itinerario trazionale e con il Vespero solenne nel pomeriggio.


La seconda nell’Ottava incentrata sul Vespero e la Processione del pomeriggio con il nuovo itinerario. Quest’anno abbiamo avuto come gradito ospite il Padre Priore del Santuario – Basilica minore di Maria Luggau in Carinzia (Austria) dove si venera la Madonna Addolorata che richiama pellegrinaggi annuali da Sappada e dal Comelico. Padre Silvo Bachorik ha presieduto sia il Vespero che la Processione introducendola con una riflessione-invocazione alla Madonna scandendo uno per uno i 7 dolori. Dopo si è intrattenuto con la popolazione in piazza dove gli alpini avevano allestito il tradizionale pasto con le trippe e con le caldarroste e alcuni volontari della Pro Loco (e altri) avevano offerto un rinfresco per tutti i collaboratori delle Celebrazioni in onore di Maria e naturalmente per i componenti della Banda della Val Cantuna che da qualche anno solennizzano la processione (e il dopo) con le loro musiche. Anche nella prima festa era intervenuta una banda, quella di Ovaro. Ringraziamo le direzioni, i componenti, i famigliari e anche chi, con il suo contributo, ha partecipato alle spese vive per muovere tante persone. Un ringraziamento doveroso a chi da settimane si è coinvolto per preparare addobbi per ornare le strade e la chiesa, ai coscritti e alle coscritte e ai loro amici che hanno portato e scortato le statue della Madonna e dei Santi, a tutti quelli che si sono offerti a portare gonfaloni, ‘ferai’, croce, ai cantori e organiste, ai chierichetti-ministranti, ai rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle diverse associazioni di volontariato presenti in paese. Non diamo tutto per scontato. È una ricchezza per tutta la comunità specialmente in giorni di splendido sole e di tante alternative. Abbiamo notato con piacere nel pomeriggio dell’Ottava la presenza del nostro don Mariano che aveva accompagnato un gruppo di parrocchiani di Tai e Nebbiù per onorare la sua e nostra Madonna e iniziare così ufficialmente, sotto il suo sguardo materno, il nuovo anno pastorale.
Prossimamente tutte le parrocchie che non lo hanno ancora fatto, sono chiamate a rinnovare i propri Consigli Pastorali. Quelle che hanno un parroco in comune eleggono un Consiglio Unitario. Qualche parrocchiano è perplesso e si domanda il perché di questo organismo. Non era meglio continuare come in passato: il parroco si consigliava con alcune persone fidate e decideva, e tutti erano contenti. Ricordo i rimproveri rivolti a me da don Claudio Sacco che di ritorno dalla Costa d’Avorio si era trovato parroco di Borgo Piave a Belluno e aveva fatto sorgere lì il Consiglio, suscitando un fiorire di vocazioni al servizio della comunità anche in chi fino allora era lontano e distaccato. Realizzava proprio quello che deve essere il Pastore: non deve l’insieme dei carismi la il carisma dell’insieme. È il Concilio che li ha voluti come partecipazione attiva soprattutto dei laici alla vita della Chiesa vista non come una piramide con un vertice, una larga base e tanti organismi intermedi. La Chiesa vissuta come Popolo di Dio dove ognuno è importante per la dignità del suo Battesimo e come pietra viva fa parte di una costruzione dove Cristo è il fondamento e il capo. Ognuno ha la sua missione e il suo compito con i carismi, i doni che il Signore gli ha dato. Non tutti fanno tutto, ma ci sono i vari ministeri, riconosciuti, ordinati e spontanei, per fare crescere la Comunità come corpo misterioso di Cristo, su sua misura, nell’ascolto della Parola di Dio, nel dono della Grazia data da tutti i Sacramenti, realizzazione della presenza continua del Redentore in mezzo a noi, e della Carità che prolunga nel concreto la Misericordia di Dio verso i poveri di oggi, e non solo di beni ma anche di speranza. Quelli che saranno eletti non si sentiranno i migliori o quelli che comandano e decidono ma dovranno, prima di tutto nella preghiera e nella riflessione, capire cosa il Signore vuole da noi e per noi ascoltando le attese e i bisogni anche spirituali della gente, di tutte le età, e confrontandosi decidere i programmi della vita pastorale dei prossimi anni, naturalmente in armonia con la Chiesa, quella universale guidata dal Papa e quella locale guidata dal Vescovo. E lavorare per l’unità. Ci sono alcune decisioni da prendere ad es. sulla Pastorale dei Malati con i ministri straordinari della Comunione e altro ancora.
Lunedì 9 ottobre: 60° anniversario del Vajont con grandi celebrazioni a Fortogna, sulla diga e a Longarone con la partecipazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il giorno prima, a Longarone, si era svolta la giornata del ricordo con i soccorritori di quei giorni, tra i quali alcuni dei nostri. Quelli di una certa età potrebbero scrivere libri con i loro ricordi, degli amici scomparsi, dei superstiti, della spianata di ghiaia dove prima c’era un paese e una comunità, delle salme ricomposte e allineate sotto i portici del cimitero di Prade a Belluno, della faticosa ricostruzione, dei piani urbanistici dell’arch. Samonà, degli allarmi lanciati invano da tempo, delle paure, del ritorno di Mons. G. Muccin da Roma dove si trovava per la 2^ sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, dell’opera dei preti morti e non più ritrovati, e di quello inviato in fretta e furia a dare speranza ai superstiti ricostruendo una comunità assieme alle case, della nuova chiesa pensata come un monumento, all’insediamento delle industrie favorito per dare lavoro ed evitare nuova emigrazione.
Con ancora nella memoria la Messa celebrata dal Vescovo Muccin una domenica dopo sul pavimento di quello che restava del chiesone dedicato alla Madonna Immacolata e nel ricordo dei tanti soldati di tutte le armi che si aggiravano sulla ghiaia confortando chi era tornato a piangere e spargendo disinfettando per terra. Si è ripetuto da parte di tutti: che una strage simile non si ripeta! Purtroppo si dice che ‘la storia è maestra di vita’ ma, da come si vede continuamente, non ha molti scolari attenti e interessati.
Nel frattempo, è scoppiato l’inferno nel sud di Israele tra la striscia di Gaza e gli insediamenti dei coloni ebrei a pochi chilometri di distanza. Un conflitto mai sopito tra due popoli che non si amano, che sono destinati a vivere fianco a fianco, che hanno bisogno l’uno dell’altro, ma non si sopportano fino ad odiarsi. E questo nonostante i tentativi di tanti di tutte le parti per educare alla fratellanza soprattutto le giovani generazioni. Le notizie e le immagini atroci ci ricordano la strage degli innocenti e la Shoah, l’olocausto, lo sterminio sistematico da parte dei nazisti prima e durante la Seconda guerra mondiale. Come cristiani siamo interpellati: cosa dobbiamo e possiamo fare davanti a questi eccidi, come di fronte a quello che avviene silenziosamente in Etiopia, nello Yemen, nel Nagorno Karabakh, in Nicaragua, in Siria e in tante altre parti del mondo. Non bastano gli slogan.
A Villapera di Sottocastello, qualche settimana fa, è stato celebrato con la presenza del Card. Zuppi, Arcivescovo di Bologna, il 50° di Casa S.Chiara, un’opera voluta da una donna bolognese Aldina Balboni a favore delle donne lavoratrici e delle persone disagiate. Ricordo che prima prendeva in affitto diverse case di Sottocastello. Ricordo anche i sacerdoti e religiosi anche famosi che curavano la parte spirituale degli ospiti nonché i volontari, giovani e pensionati, anche dei nostri paesi che hanno contribuito alla costruzione del grande edificio. Ho il ricordo nitido della visita di Aldina nella canonica dell’arcidiacono Mons. Angelo Fiori. Aveva avuto l’infelice idea di farsi accompagnare da un giovane contestatore che con una battuta che voleva essere spiritosa aveva provocato l’ira giustificata del Parroco che l’aveva cacciato, con il grande rammarico di quella signora che era venuta solo per farsi conoscere e spiegare la sua opera.
Incontro spesso delle persone che sono perplesse per le scelte, le frasi e i documenti di Papa Francesco. Senza rispondere a chi lo denigra sistematicamente chiamandolo con disprezzo il signor Bergoglio, lo insulta travisando e distorcendo ogni frase che pronuncia, fermandosi ai frettolosi e mendaci titoli di qualche giornale, ricordo che tutti i Papi sono stati contestati, nessuno è andato bene a tutti. Come dice qualcuno in una battuta: gli unici Papi accettati sono quelli morti o emeriti. Senza parlare chi dice espressamente che l’ultimo Papa legittimo non è stato Benedetto XVI bensì Pio XII, perché lo spartiacque è il Concilio Ecumenico Vaticano Secondo che per loro è stato l’origine di tutti i disastri nella Chiesa. Ora Papa Francesco con il suo retroterra culturale, la sua formazione e l’aiuto di Qualcuno che l’aiuta, vuole realizzare pienamente quello che avevano deciso i Padri Conciliari in quell’avventura in cui Papa Giovanni, San Giovanni XXIII, si era sognato di imbarcarsi. Inoltre sente pressante il pericolo di una umanità che non si cura della sopravvivenza della natura ma sta andando, incosciente, verso l’autodistruzione. Qualcuno afferma che questo non è compito della Chiesa, ma se nessuno sopravviverà sarà terminato qualsiasi compito per la Chiesa. A me sembra di notare due estremi. Parlo non da teologo (ho fatto quattro anni di Teologia) ma da vecchio sacerdote che ha conosciuto 7 Papi, da Pio XII e Francesco. L’estremo della papolatria, di fare del Papa ‘regnante’ un idolo, ma non perché è ministro di Cristo, successore di Pietro, Vescovo di Roma, ma perché ha le nostre idee e dice le cose che diremmo noi al suo posto. All’opposto c’è chi nega la sua legittimità, il suo magistero ordinario, lo chiama usurpatore, eretico. Rimpiangono il potere temporale e lo Stato della Chiesa e gli zuavi pontifici, l’inno ‘Qual falange… un esercito all’altar!’. Una cosa sbagliata è giudicare il passato con i criteri di adesso ma rimpiangerlo? Adesso che il Papa emerito Benedetto è morto da più di nove mesi a chi si richiamano? Chi può eleggere un nuovo papa secondo loro?
A mio povero parere esagerano tutti due l’importanza del Papa e dimenticano l’importanza di nostro Signore e dello Spirito Santo che in ogni tempo e in ogni tempesta (e ce ne sono state anche di peggiori!) guidano, difendono e sostengono nostra Madre Chiesa, Santa e Peccatrice. Non siamo noi a difendere Dio e neanche la Chiesa, sono loro a difendere noi. Noi cerchiamo di essere fedeli al Vangelo e se vogliamo difendere i diritti, dobbiamo difendere i diritti di tutti gli uomini, di tutti i perseguitati, non soltanto dei cristiani e dei cattolici.
Siamo contenti che si sia aperto uno spiraglio per i lavoratori della Safilo di Longarone, la storica fabbrica di occhiali, nata in Cadore per iniziativa di Frescura e di Tabacchi, poi trasferitasi a Longarone dove adesso chiude lo stabilimento. Due imprese si sono offerte per rilevare lo stabilimento e soprattutto il personale, dopo eventuali corsi di riqualificazione. Gravi disagi in questo periodo per la scarsità di autisti di pullman nella provincia per cui sono annullate ogni giorno tante corse con enormi disagi per studenti, lavoratori e altri pendolari. Speriamo che il problema sia risolto presto e non si prolunghi troppo, con l’impegno e la buona volontà di tutte le parti.
Si parla continuamente dei Giochi invernali 2026 MIlano – Cortina. Dei ritardi nelle opere programmate, delle scelte incerte e non condivise, con costi che lievitano di giorno in giorno come per la nuova pista di bob a Ronco dove è stata smantellata la vecchia gloriosa ‘Eugenio Monti’. Come nel 1956 tutta la provincia spera in un rilancio e non solo del comparto turistico. Intanto si stanno completando pian piano le opere programmate per gli ultimi campionati invernali svolti a Cortina. È vero che Ampezzo non era in grado di accogliere tutte le competizioni ed era necessario coinvolgere realtà più grandi come la Lombardia e il Trentino con un simbolo e un logo che colpisse l’immaginazione di tutto il mondo. E poi, dopo gli ultimi giochi invernali ‘fantasmagorici’ di Pechino, si parlava di tornare a Olimpiadi invernali a dimensione umana. Sarà una corsa ad ostacoli contro il tempo. Non tanti ci credono. Chi vivrà, vedrà!